mercredi 13 juin 2007

La distruzione della Moschea d'Oro a Samarra

FLASHBACK!!!
La distruzione della Moschea d’Oro a Samarra

Merry FitzGerald
23 Febbraio 2006

Mi si riempie il cuore di tristezza e di rabbia all’udire che in Irak hanno assalito e distrutto un’altra moschea, quella di Samarra. La Moschea Askari di Samarra (detta anche La Moschea d’Oro per la sua cupola dorata) e’ sacra tanto per i sunniti che per gli sciiti. Per gli sciiti, poi, essa e’ un simbolo importante, essendo la tomba degli Imam sciiti Ali al-Hadi e Hasan al-Askari, discendenti rispettivamente decimo e undicesimo del Profeta.

Secondo la credenza sciita, Muhammad al-Mahdi ‘almuntadhar (il figlio ‘occulto’ di Hasan al-Askari scomparso nel 260/874 ed asceso a un regno soprannaturale) decimo ed ultimo degli Imam sciiti, o Mahdi, (detto anche l’Imam nascosto) ritornera’ sulla terra per portarvi un’era di giustizia e di pace prima della fine del mondo.

Negli anni ‘70 ebbi la fortuna di visitare l’antica citta’ di Samarra, che nel nono secolo era la capitale dell’Impero Abassida sotto il Califfo al-Mu’tasim. Dall’alto del minareto a spirale, o Malwiya (che e’ il simbolo di Samarra) si domina l’intera citta’ e la vista che se ne gode e’ imponente, come quella di tanti luoghi storici dell’Irak. Ricordo ancora, quando visitai la Moschea Ascari, di come rimasi sorpresa e affascinata dalla sua grande bellezza e dall’atmosfera di pace e di serenita’ che ne spirava. Eppure l’anno passato essa venne danneggiata dai missili americani, e adesso anche la sua cupola dorata e’ stata distrutta…

A questo punto, la prima domanda che si pone e’ questa: chi ritrae un utile dall’aizzare gli sciiti contro i sunniti, e questi contro di loro? Gli iracheni certamente no, perche’ loro, poveretti, non vogliono certo una guerra civile. Hanno gia’ sofferto troppo, e fin troppo a lungo. I responsabili diretti sono gli Stati Uniti e l’Inghilterra, e responsabili non solo della distruzione in Irak di tanti luoghi religiosi - sunniti, sciiti, e anche cristiani - ma dell’intero paese. Per commettere i loro delitti trovano comodo nascondersi dietro il mito di al-Zarkawi. E quanto pagano ai loro mercenari per commettere questi crimini che mirano a suscitare una guerra settaria?

Prima che gli americani, gli inglesi e loro complici invadessero l’Irak, in Irak il cosiddetto “terrorismo” di al-Qaida e al-Zarkawi non esisteva, e mai vi era stata alcuna animosita’ reciproca fra sciiti, sunniti, cristiani, sabeani e yezidi. Gli Stati Uniti e l’Inghilterra sono i diretti responsabili di tutto, perche’ hanno invaso illegalmente un paese sovrano e l’hanno destabilizzato portandovi il caos. Con le loro criminali sanzioni economiche e coi bombardamenti essi sono responsabili della morte di piu’ di un milione e mezzo di iracheni. Sono responsabili del furto delle risorse sovrane dell’Irak e di quello - perpetrato da Bremer - di dodici miliardi di dollari americani. Sono responsabili dell’assassinio degli accademici universitari iracheni, di aver messo in carcere, torturato, stuprato, umiliato, mutilato ed ucciso migliaia di iracheni innocenti, e la lista dei loro misfatti potrebbe continuare… Finche’ questi delinquenti
occuperanno il paese, l’Irak non tornera’ ad essere sano, e non avra’ ne’ recupero, ne’ riconciliazione, ne’ ricostruzione, e ne’ futuro.

Tutto il popolo iracheno vuole che se ne vadano, e quanto prima. E non vi e’ dubbio che quando americani e inglesi saranno alla fine cacciati, tutti gli incaricati “fantoccio” piazzati dagli occupanti angloamericani se ne torneranno in America e in Inghilterra. E si vergognino! Si vergognino per aver cospirato col nemico, per aver tradito il loro paese e per aver contribuito a disperdere le sue ricchezze. Questa gente “fantoccio” ha dimostrato di essere incapace di governare la nazione, e si nasconde a Baghdad nella cosiddetta “zona verde” dietro le fortificazioni dei suoi padroni. Tutti gli iracheni ne diffidano. E - peggio - la sua incapacita’ di comando e la sua totale incompetenza stanno mettendo a rischio l’unita’ territoriale dell’Irak.

Nel frattempo le fazioni curde Barazani e Talebani stanno dando forza nell’Irak del nord, con l’aiuto di americani e israeliani, a politiche di ispirazione sionista, a detrimento di turchi, arabi e assiri.

In quest’ora cruciale in cui e’ in gioco il futuro del loro paese, vi e’ solo da augurarsi che gli iracheni siano tutti d’accordo per non cadere nella trappola di una guerra settaria e uniscano le loro forze per cacciare dalla loro patria il nemico che la occupa. Il raduno a Kut degli iracheni sunniti e sciiti sotto la bandiera irachena di oggi 23 Febbraio 2006, lascia intravedere un raggio di speranza!

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